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Fenomeno del momento, il mondo delle IPTV è molto variegato, pieno di offerte, caratteristiche e perché no, rischi.IPTV

I rischi delle IPTV non sono ovviamente legati alla IPTV stessa ed alle sue offerte legali, ma a quelle proposte illegali conosciute sotto forma di pezzotto.

Ma partiamo dall’inizio e vediamo meglio in cosa consiste l’IPTV e soprattutto l’IPTV legale.

IPTV

Lo sviluppo della rete internet e della sua velocità media ha portato, anche in Italia, alla creazione e diffusione di offerte e pacchetti speciali. Oltre allo streaming è infatti comparsa la IPTV, ossia la possibilità di fruire di canali televisivi trasmessi tramite il web.

IPTV è infatti l’acronimo di Internet Protocol Television, ossia il metodo che gli operatori e le piattaforme dedicate usano per trasmettere i segnali televisivi attraverso la rete Internet.

Differenza tra IPTV e WebTV

La differenza sembra minima ma è comunque importante. Le IPTV sono quelle che trasmettono segnali televisivi in diretta, permettono cioè di vedere ciò che è in programmazione in quel momento. Quando invece il segnale viene inviato “on demand” ossia è l’utente a scegliere quando vederlo (come nel caso di YouTube ma non solo) si definisce il servizio come WebTV.

Si tratta di una differenza non da poco, data ovviamente dal fatto che vedendo un contenuto in diretta si deve puntare su stabilità del segnale, qualità dello stesso e ritardi minimi se non addirittura nulli.

IPTVProtocolli IPTV

Viste le diverse esigenze rispetto alle WebTv, anche i protocolli di trasmissione sono diversi. Le IPTV sfruttano solitamente i flussi di tipo Unicast, flussi che si distinguono in quanto sono streaming indirizzati in maniera singola a ciascuno dei fruitori del servizio.

Vista che l’esigenza di trasmissione dei dati è molto diversa dal classico uso di Internet, anche i protocolli cambiano in maniera sensibile. Niente http o ftp per la IPTV, ma protocolli diversi.

In particolare ne esistono tre che vengono utilizzati dalle IPTV:

  • RTP, ossia Real-Time Protocol

  • RTSP, ossia Real-Time Streaming Protocol
  • IGMP, ossia IP Group Membership Protocol

Per quanto riguarda invece la codifica, lo standard ormai è quello del MPEG-4, sistema efficiente che garantisce una buona qualità dell’immagine insieme ad un utilizzo non troppo elevato di banda.

Dove si trovano i canali?

Tanti canali, dove trovarli? Gli stessi si trovano nelle liste IPTV, vere e proprie playlist che contengono un file di testo per ogni canale IPTV. All’interno di questo file viene poi posto il link al canale stesso.

Esistono due liste di canali IPTV:

  • Liste pubbliche: sono gratuite e di libero uso. Contengono informazioni sulla posizione dei canali ed il modo di raggiungerli. Solitamente non contengono informazioni relative a canali a pagamento, quando lo fanno sono solitamente informazioni di breve durata ed a validità limitata

  • Liste private: sono liste a pagamento che contengono la lista di IPTV a pagamento. Anche questa lista viene venduta in cambio di denaro, solitamente su base mensile. I canali contenuti in questa lista sono quelli a pagamento, consentendo, con pochi euro al mese di accedere ad una proposta super completa che include svariati fornitori. Usufruire o “abbonarsi” a queste liste private é illegale.

Entrambe le liste non possono essere considerate completamente “legali”, ma su quelle pubbliche solitamente si chiude un occhio, mentre su quelle private, le più ricercate, è in azione un attività continua di controllo da parte degli operatori e della Guardia di Finanza.

Le liste private sono molto ricercate, perché con pochi euro al mese permettono di avere un infinita lista di canali a pagamento. alta risoluzione e qualsiasi tipo di contenuto si desideri. Un servizio che è ovviamente illegale e perseguibile a norma di legge.

Il PezzottoIPTV

Quando si parla di IPTV, almeno in Italia, si collega questo termine a quello di Pezzotto o meglio, Pezzotto TV.

Con questo termine si indica normalmente un decoder illegale, identificato come un Box Android. La funzione di questo decoder è quella di permettere di scaricare e ricevere le IPTV private al costo di pochi euro al mese.

Il Pezzotto è quindi un decoder illegale che ha un costo variabile tra i 50 ed i 100€. A questo costo “una tantum” è poi necessario legare quello di un abbonamento mensile, per una tariffazione che solitamente è attorno ai 12€ ogni 30 giorni.

Come funziona il Pezzotto

Alla base di tutto c’è una centrale “criminale”, in cui i malintenzionati tramite un abbonamento originale per ogni piattaforma (Sky, Dazn, Netflix etc.) vanno a ricavare il segnale della trasmissione.

Lo stesso viene poi estrapolato ed inviati su server esteri “sicuri” e da lì inviato agli abbonati illegali del nostro paese.

Trovare i codici ed i sistemi per stipulare il Pezzotto non è complicato, ma attenzione che lo stesso è illegale, non solo per chi trasmette il segnale ma anche per chi ne fa uso, anche in casa sua e non solo per abbonamenti “business”.

Cosa si rischia utilizzando il Pezzotto?

Essendo un dispositivo ed abbonamento illegale, a rischiare è sia chi trasmette il segnale sia chi lo riceve. Lasciando stare le responsabilità di chi lo trasmette, concentriamoci su quelle di chi ne usufruisce.

La legge italiana ha infatti identificato questa attività fraudolenta come una violazione del diritto d’autore.

Venendo incriminati con questo capo d’accusa si rischia non solo una forte multa, ma anche una denuncia penale che può portare da uno a tre anni di reclusione.

I controlli sono poi molto stringenti, in ossequio non solo alle richieste delle piattaforme, ma anche di quelle dell’Unione Europea che sta prendendo di mira questi illeciti non solo nel territorio italiano.

Una proposta di legge è stata già annunciata e si sta cercando di creare una joint venture tra le piattaforme che vendono il servizio e le compagnie di telecomunicazioni. A questi due player si aggiungeranno poi la facile tracciabilità del sistema di pagamento (ad esclusione forse solo di chi paga in crypto). Ciò rende l’utilizzo del pezzotto un operazione rischiosa, per un rischio che sicuramente supera il vantaggio erogato da questa attività fraudolenta.

L’IPTV può essere un ottima opportunità per lo sviluppo della rete, delle comunicazioni e della distribuzione di contenuti. Un uso fraudolento della stessa se non adeguatamente punito potrebbe però rappresentare un sostanziale “freno” per gli operatori che dovessero decidere di investire su questa tecnologia di trasmissione.

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