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Virgilio e Libero down, email che non funzionano, cos'è successo?

La notte del 23 gennaio, nove milioni di utenti italiani hanno pensato di aver fatto un brutto sogno. Invece ciò che è successo era la realtà, con le caselle di posta

Virgilio e Libero down, le email che non arrivavano e l’impossibilità di accedere alle caselle e-mail.


Virgilio e libero down

Sicuramente non il primo down nella storia di questi due operatori, ma certamente il più lungo e problematico. Oggi, dopo una settimana da quel primo errore tecnico, sembra tutto risolto, ma, vista l’importanza dei provider, il numero dei loro utenti e quello delle e-mail potenzialmente coinvolte, è bene scoprire cos’è successo, come si è sviluppata la cosa e le possibili azioni e lezioni per il futuro.


Email non funzionano

Ai primi tentativi di accesso andati male, gli utenti si sono rivolti ai social media e a siti specializzati (come DownDetector) per capire se il problema era loro o dell’intera struttura.

Hanno quindi scoperto che il blocco aveva una rilevanza nazionale, con entrambi i provider di posta, Virgilio e Libero bloccati.

Due diverse caselle di posta che risalgono allo stesso provider, Italiaonline, che da subito ha cercato di gestire la situazione informando correttamente i clienti in merito alla stessa, le procedure in atto e i tempi di ripristino.

Scopriamole, per chi ancora non le conoscesse o è curioso di sapere a chi affida ogni giorno le proprie e-mail.


Libero e Liberomail

Attiva dal 13 luglio 1999, Libero mail nasce come Libero Mail Free. Alle spalle di questo provider c’era già Italiaonline, storico proprietario di questo marchio.

Probabilmente la più longeva tra le email tricolori, quella di Libero Mail è una casella di posta che si è evoluta man mano, gestendo nuovi strumenti e funzionalità nel momento in cui gli stessi venivano creati e resi disponibili per gli utilizzatori. Dimensioni accresciute, nuove funzionalità e possibilità di accedere tramite un client email e poi anche una app dedicata sono solo alcune delle funzionalità apparse negli anni.

Oggi Libero mail scambia più di 200 miliardi di posta elettronica all’anno.

La struttura di Libero mail è totalmente radicata in Italia non solo nella proprietà ma anche come datacenter. Questa casella di posta si appoggia infatti sul datacenter Supernap locato alle porte di Milano.

Libero mail come molte altre caselle di posta elettronica viene proposta in due versioni, una a pagamento e una gratuita con pubblicità.


Virgilio mail

Ancora più “antico” di Libero, Virgilio è probabilmente il primo traghettatore degli italiani verso lo sterminato mondo di Internet. Nato ben prima di Google e di Libero, Virgilio vede la luce nel 1996. Senza stare a rivangare tutta la storia possiamo considerare Virgilio come pioniere dell’Internet italiano. Frutto di una piccola “start-up”, Virgilio entra prima nel Gruppo Seat pagine Gialle e poi a far parte dell’offerta internet di Telecom, affiancato o spesso addirittura sostituito da Telecom Italia.

Nel 2012 Virgilio viene poi venduto insieme ad altre attività web di Telecom a Italiaonline.

Oggi Virgilio è un portale completo, in cui l’email è solo una delle tante opzioni. Questo servizio conosciuto come Virgilio mail presenta due opzioni così come Libero, una versione gratuita ed una a pagamento.


Virgilio e Libero down, cos’è successo

Come abbiamo potuto notare e come riportato nelle righe sopra, oggi Libero Mail e Virgilio sono due servizi diversi solo dal lato utente, ma essendo dello stesso proprietario si appoggiano sulla medesima struttura software e hardware. Questa è la ragione principale per il fatto che le due piattaforme di posta elettronica si siano bloccate in contemporanea e per le stesse ragioni.

Oggi che il problema sembra essere rientrato, possiamo finalmente capire cos’è successo.

La buona notizia è che il problema non è dovuto ad attacchi esterni. Non è stato un virus né un malware, ma un problema procedurale interno.

La causa sembra data da un “trasloco”.

Non il classico trasloco di mobili e suppellettili ma quello del database delle due caselle di posta. Ben 4 Petabyte di informazioni da spostare su uno storage esterno.

Durante il trasferimento è stato raggiunto un valore di soglia “critico” (non indicato) che avrebbe bloccato l’accesso alla memoria.

Il provider si è quindi trovato “in mezzo al guado”, con l’impossibilità di accedere al nuovo sistema, bloccato da questo errore ma anche di accedere a quello vecchio, in quanto nello stesso non erano più presenti molte delle caselle di posta.

Il blocco è durato circa 5 giorni e si è manifestato in varie forme, dal mancato accesso alla posta a problematiche di invio e ricezione, da problemi di spam a ritardi nelle consegne.


Cos’è successo alla nostra posta?

La domanda che molti si sono posti è stata quindi: “ma cos’è successo alla mia posta elettronica?”, in particolare riferita a tutte quelle e-mail che dovevano arrivare tra le 16:00 del 23 gennaio e il ripristino del sistema.

Secondo Italiaonline queste e-mail non sono andate perse, ma dovrebbero arrivare nei prossimi giorni agli utenti.

Il condizionale è d’obbligo, in quanto queste email non sono fisicamente presenti nei server di Italiaonline ma dovrebbero essere rimaste in custodia del provider di posta che, nel momento in cui ha tentato il primo invio ha ricevuto il messaggio di “mail inaccessibile”.

É andata davvero così per ogni email e ogni provider? Nessuno potrà saperlo con certezza, si può solo sperare che tutti i provider di posta abbiano adottato le “best practices” previste in questi casi.

Oggi il problema di accesso sembra completamente rientrato sia da Webmail sia per l’app Android. Malfunzionamenti sporadici si segnalano ancora per l’app iOS ma la speranza è che anche gli stessi vengano risolti a breve.


Risuccederà? Cosa comporta questo blocco?

La spiegazione del problema data da Italiaonline fa pensare che il problema stesso sia irripetibile in futuro. Sicuramente lo stesso rimarrà però come un’ombra su questo sevizio di posta, soprattutto per i tempi che sono stati insolitamente lunghi.

Probabilmente molti utenti in questi quasi cinque giorni di interruzione avranno iniziato a utilizzare sistemi e soluzioni alternative e solo il tempo ci dirà quale sarà stato l’impatto sul numero di utenti attivi di Libero Mail e Virgilio Mail.

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